Per poter parlare di campo elettromagnetico, occorre parlare di energia.
Che cosa si intende per energia? Il termine energia è relativamente recente, venne utilizzato per la prima volta in ambito scientifico da Keplero nel suo Harmonice Mundi del 1619, ma non venne adottato sistematicamente fino al XIX secolo. Prima di allora vennero utilizzate quasi indistintamente i termini vis viva, forza e lavoro. Al giorno d’oggi forza e lavoro vengono utilizzati in modo completamente diverso, mentre vis viva ha mantenuto lo stesso significato. È una parola che deriva dal greco e significa “che è attivo”. Per la fisica l’energia è la grandezza fisica/matematica che misura la capacità di un corpo o di un sistema di compiere un lavoro, a prescindere dal fatto che tale lavoro sia o possa essere effettivamente svolto. L’energia è in ogni cosa e in ogni fenomeno. Per quello che si sa sino a ora, l’energia è una strana proprietà astratta dell’universo; un numero la cui somma totale non cambia in nessuna circostanza. L’energia si converte nelle sue mille forme, ma non scompare mai né si genera. Questo fenomeno prende il nome di “principio di conservazione”, ed è fra le più importanti leggi mai osservate in natura, da qui il detto “nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”. La scienza è in grado di spiegare cosa fa, ma non cosa è.
Fino al 1905 tutti pensavano che la massa e l’energia fossero due realtà fisiche molto diverse, completamente separate e senza punti di contatto. Ma Einstein in quell’anno comprese che queste due realtà fisiche, apparentemente così diverse, sono in verità strettamente legate da un valore numerico molto preciso: il quadrato della velocità della luce (c²). Qualsiasi corpo a riposo possiede un’energia per il solo fatto di avere una massa; questa energia di riposo si indica con la formula: E = mc² ed è posseduta sia dalle particelle atomiche e subatomiche sia dai corpi macroscopici. Einstein comprese che la massa non si conserva, ma che è soggetta a continue variazioni. In particolare, aumenta in quantità quando assorbe energia, mentre diminuisce quando perde energia. Da ciò, ne consegue che la massa non è altro che una forma di energia e che il manifestarsi di un particolare tipo di materia corrisponde alla presenza di una determinata quantità di energia, la quale è espressione dell’accelerazione delle molecole che costituiscono quella medesima materia. Più c’è energia, più le molecole di quella materia saranno veloci (accelerate). Meno energia c’è, più le molecole saranno lente. Questo comporta che la materia cambierà stato o conformazione in base alla sua energia.
È il passaggio dalla Fisica Newtoniana, che ragionava solo sul piano biochimico e che vedeva l’atomo (dal greco ‘atomos’, ‘che non può essere scisto’) come un composto di particelle, alla Fisica Quantistica, che si avvale di un approccio biofisico e che definisce l’atomo come un aggregato di energia invisibile. I primi scienziati che indagarono la formula di Einstein, osservando e ingrandendo le particelle subatomiche (neutroni, protoni, elettroni) di alcuni atomi, si accorsero che le stesse particelle, oltre un certo ingrandimento, non erano più visibili. Ne dedussero che il manifestarsi delle particelle altro non è che la conseguenza delle forze esercitate dal campo elettromagnetico altro non è chela conseguenza delle forze esercitate dal campo elettromagnetico entro il quale si verifica una certa quantità di energia. Pertanto, mentre l’atomo newtoniano era fatto di materia tangibile, l’atomo quantistico, oggi, è composto di ‘quanti’, che sono frazioni di energia. Tutto è fatto di atomi. Ciascun atomo è formato da vortici di energia in constante vibrazione e rotazione. L’atomo è come una trottola, oscilla e emette energia. Qualunque struttura fisica nell’universo irradia una specifica configurazione energetica.
Le onde elettromagnetiche non hanno bisogno di un mezzo per propagarsi, viaggiano nel vuoto; la perturbazione che si propaga è un campo elettromagnetico, ovvero l’insieme di un campo elettrico e un campo magnetico che oscillano perpendicolarmente uno rispetto all’altro. Le onde elettromagnetiche sono presenti ovunque nell’universo e la maggior parte di esse è invisibile all’occhio. Tra queste si possono menzionare ad esempio i raggi X, la radiazione ultravioletta e quella infrarossa, le microonde, le onde radio.
L’elettromagnetismo è quella parte dell’elettrologia che studia l’interazione tra campi elettrici e campi magnetici. L’insieme di tutti i fenomeni elettromagnetici sono descritti dalle equazioni di Maxwell e tuttora costituiscono le leggi fondamentali di tutta l’elettrologia. Da queste equazioni si deduce che l’elettricità, il magnetismo e la luce sono tutte manifestazioni del medesimo fenomeno. Queste osservazioni da parte di molti studiosi, nel XIX secolo condurranno alle più grandi scoperte di diagnostica e terapia fisica. Eccone alcuni:
nel 1903 l’elettrocardiogramma scoperto da Willem Einthoven; misura l’attività elettromagnetica del muscolo cardiaco;
nel 1929 l’elettroencefalogramma scoperto da Hans Berger e poi perfezionata da Herbert Jasper, utilizzata in seguito soprattutto per studiare il sonno, oggi con le ultime tecnologie, è possibile registrare dati sugli stati emotivi dell’uomo (Brain Olotester);
nel 1946 la Risonanza Magnetica Nucleare, tecnica d’indagine sulla materia, basata sulla misura della precessione dello spin di protoni o di altri nuclei dotati di momento magnetico quando sono sottoposti a un campo magnetico. Fu scoperta dal fisico Felix Bloch e Edward Purcell, per cui ricevettero il premio Nobel per la fisica nel 1952.
Il campo magnetico corpo-mente. Nel nostro corpo avvengono continuamente movimenti di cariche elettriche le quali generano un campo elettrico e magnetico biologico. Essi sono di bassissima intensità e frequenza e sono indispensabili per il flusso di informazioni all’interno ed all’esterno della cellula, per attivare il metabolismo cellulare e per il funzionamento in equilibrio di tutti gli apparati organici e costituiscono il linguaggio elementare che coordina circa 80.000 miliardi di cellule alla velocità della luce, ogni istante della nostra vita. Il Biofisico Frizz Albert Popp scriveva alla fine degli anni settanta, “particelle di luce vengono emesse dai tessuti viventi, il rilascio varia da alcuni ad alcune centinaia di biofotoni per centimetro quadrato; essi probabilmente trasportano informazioni e la fonte di emissione sembra essere il DNA, la membrana cellulare e i mitocondri”. Attraverso uno strumento molto complicato chiamato fotomoltiplicatore, i biofotoni sono visibili e sembra che le mani siano una delle parti del corpo più ricche. Il premio Nobel Werner Karl Heisemberg diceva: “l’energia elettromagnetica è l’energia elementare dalla quale dipende tutta la vita dell’organismo, poiché è capace di modificare l’energia cinetica a livello atomico e molecolare”.
Il corpo umano è un substrato che è particolarmente favorevole allo sfruttamento delle forze elettromotrici naturali, perché è composto dall’80% di acqua e il tessuto connettivo ha il ruolo principe in tutto questo. Micheal J.Shea nel libro “Terapia Craniosacrale Biodinamica” dice: un altro modo di trasferire informazioni attorno ai corpi e tra i corpi, si verifica grazie al campo elettromagnetico portato dalla marea media, ciò vale specialmente per il campo elettromagnetico del cuore; è stato, infatti, dimostrato che l’emissione di quest’organo è ancora più potente di quella del cervello. Il cuore inoltre possiede un proprio sistema nervoso o cervello cardiaco in comunicazione elettromagnetica con tutte le parti del corpo, anche questo aspetto del cuore è localizzato nella marea media. L’operatore Craniosacrale, attraverso l’ascolto si sintonizza sul sistema e “sostenendo, assecondando” entra in risonanza con esso, dando così la possibilità e lo spazio al sistema di favorire il naturale equilibrio al suo interno, armonizzando così frequenza, intensità ampiezza e simmetria.