Una breve storia dell’osteopatia

30 Apr 2021

Il Dottor Andrew Taylor Still (1828-1917) fu il fondatore dell’Osteopatia. Dopo aver studiato medicina con suo padre, nel 1854 incominciò a lavorare per conto proprio. Dieci anni dopo, perse quattro figli affetti da meningite spinale. Questo avvenimento gli fece perdere fiducia nella medicina convenzionale e iniziò a cercare un modo migliore per esercitare la professione. Scoprì i principi dell’Osteopatia nel 1874. Si stabilì a Kirksville, nel Missouri, e qui fondò nel 1892 la prima scuola di Osteopatia, la American School of Osteopathy.

Il Dottor Still scrisse: “Per me l’Osteopatia è una scienza sommamente sacra… perché è un potere di guarigione per mezzo di tutta la Natura”. Per lui ciò che noi chiamiamo malattia è un ‘effetto’ e gli effetti riconoscono cause che si manifestano a livello fisico. L’obiettivo dell’osteopata è di cercare le cause e di facilitare la loro risoluzione. Riteneva che il lavoro osteopatico consistesse nell’esaminare meticolosamente la persona, nell’identificare la causa di ciò che ne disturba il normale funzionamento e, in una parola, nell’aggiustarlo, così che il sistema potesse ricominciare a operare senza impedimenti. La salute alla fine sarebbe sicuramente stata la conseguenza.

Questi aggiustamenti potevano essere fisici, ad esempio la manipolazione della struttura, la dieta e l’igiene, o non fisici, quali il produrre cambiamenti nella mente e in aree poco tangibili della persona. Il Dottor Still riconobbe molte forze differenti in gioco nell’essere umano. Egli parlava della vita come una sostanza, una delle sostanze più indefinibili e potenti con cui il medico abbia a che fare. Egli disse che la vita riempie tutto l’universo e che fra i suoi attributi ci sono quelli dell’agire sia attraverso forme fisiche sia non fisiche e il generare movimento ovunque.

Egli ha sempre affermato che l’organismo dispone di tutte le attitudini necessarie per elaborare sostanze chimiche che gli occorrono a seconda delle necessità del momento. Scrisse:

“Il dovere dell’operatore non è quello di guarire la malattia bensì di aggiustare quella parte o quel sistema che non funziona bene al fine di consentire che il flusso della vita possa scorrere ed irrigare i campi essiccati”.

Tra i suoi allievi ne spiccarono diversi tra i quali William G. Sutherland (1873-1954) il cui lavoro di ricerca lo spinse a rivisitare con profonda originalità d’analisi l’organizzazione anatomica e quindi funzionale delle suture craniche. Americano, da giornalista sente parlare di osteopatia e a causa di idee contrastanti dell’epoca, decide di svolgere un’indagine personale per verificare di cosa si trattasse. Si iscrisse alla scuola di Kirksville nel 1898. Negli anni Venti iniziò a seguire le sue inclinazioni riguardo la sfera craniale, nacque l’osteopatia cranio-sacrale: si interrogò sulla mobilità delle suture craniche, fece esperimenti sulla propria testa sottoponendo le ossa craniche a specifiche tensioni per studiare direttamente sul suo corpo quale effetto producevano nell’intero sistema. Incontrò chiusura e rifiuto da parte degli osteopati dell’epoca, ma in seguito i suoi lavori vennero compresi e riconosciuti. Con la sua intuizione egli ampliò le possibilità di applicazione dell’Osteopatia. Negli ultimi anni il suo approccio alla sfera craniale da biomeccanico passò a biodinamico arrivando a comprendere che in ogni essere umano esiste una forza regolatrice e ordinatrice intrinseca la quale conserva l’equilibrio e la salute del corpo.

Leggi anche le domande frequenti a cui ho dato già risposta sull’Ospeopatia e sul craniosacrale.

Sono Irene. Sento profondamente mio il significato di  questo nome, che deriva dal greco Eirene, “Pace”, perchè so di trasmettere la quiete alle persone che incontro.
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